dijous, 5 de març del 2015

frustata alle 50 sfumature

Puo essere una bella sfida fare la traduzione in italiano di un articolo del mio blog. Pertanto, al modo di iniziale captatio benevolentiae mi scuso per gli eventuali errori. Come disse quello, "se sbaglio mi corriggerete [sic]".

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Spegno il computer arrabbiata e provo a pensare. Dico "provo" perché il realtà non ci riesco. L'argomento mi arrabbia troppo. Ancora mi risuonano negli occhi frasi tipo "è troppo figo... Non dovrebbero esistere uomini così belli. Mi fa sbavare. Wow" (semicit.). Non ne posso più... Meglio lo lascio stare e ci rifletterò in un altro momento.
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È da alcuni giorni che penso a un argomento che mi preoccupa, e credo che la vicina celebrazione della Giornata della Dona sia un'occasione eccellente per parlarne e rifletterci. Si tratta del fenomeno di Cinquanta sfumature di grigio, romanzo erotico di E. L. James di grandissimo successo di cui si ha appena fatto il film. Ammetto che né il romanzo né il film mi interessano, ma mi intrigava il fenomeno come manifestazione di successo di letteratura erotica per donne. In realtà mi creava certo disagio l'informazione che mi arrivava, soprattutto il fatto che fosse diventato un best-seller trattandosi di un'opera sulla dominazione maschile e sottomissione femminile. Comunque preferivo avere un criterio proprio e cominciai a leggerla...

... e confesso che non sono riuscita a passare dalla pagina 69, numero più erotico che tutto quello che avevo letto prima. Puo sembrare presuntuoso e prepotente, ma il mio buon gusto come lettrice mi ha impedito di continuare a leggere un romanzo di una qualità così infima. Ho troppo lavoro, poco tempo e buon gusto.

Nonostante il tentativo di lettura e mettendo a parte la disillusione (o, meglio, l'arrabbiatura) dal poco criterio letterario della maggioranza del pubblico, voglio manifestare quello che penso su di tutto questo. Mi sembra atroce che in pieno secolo XXI, nel nostro mondo occidentale teoricamente avanzato, (pos?)moderno e "civilizzato", tante donne si siano identificate con la protagonista di questo romanzo fino al punto di farla diventare un successo di venditti. Non mi scandalizza affatto il BDSM, lo rispetto e ne sono simpatizzante anche se non lo condivido (i miei amici di Facebook conoscono bene il mio personaggi della Zas -Zac in italiano-, quella che appare nell'immagine); e penso che tutto sia molto licito nelle intimità dei letti (o delle cavalline e fruste) e dentro delle fantasie delle pagine scritte. Infatti, posso capire che ci sia gente a cui piace la dominazione e la sottomissione e puo bene ispirare opere letterarie come è successo da secoli. Ma quello che mi scandalizza e anzi mi preoccupa seriamente è che la frustrazione sessuale (e non solo) di tante donne abbia causato la loro identificazione con un personaggio che segue uno stereotipo così conservatore, denigratorio e insopportabilmente sdolcinato. Se le fantasie di tante donne al mondo è quella di sentirsi sottomessa da uno stronzo maschilista, confonento sesso e affetto, passione con amore, e con la necessità di un dolcificante finale felice (squallida versione sado del principe azzurro dei racconti infantili), credo che qualcosa in tutti questi anni di lotta per l'emancipazione delle donne sia sbagliata. E la cosa peggiore è che l'intenzione di tutto questo era eccittare le donne.

Penso che questo evidenzi che ancora c'è tanto da fare, e soprattutto che non possiamo permettere di andare indietro. Non pretendo dare nessuna soluzione, ma non credo che il cammino sia lottare per mettere le donne allo stesso posto degli uomini, ma lavorare nella realizzazione di individui, sia uomini che donne, per ritrovarci mentalmente ed emozionalmente con la capacità di riconoscere e accettare le nostre somiglianze e differenze o, detto meglio, complementarietà. È quello che provo a fare ogni giorno... e spesso mi sento in controcorrente.

E, certamente, manca svilupare l'erotismo femminile, diverso (complementario, arricchente) degli stereotipi maschili, accettati e assolutamente generalizzati. Quello che eccitta le donne non si mostra oscenamente, ma si suggerisce, si odora, si tocca, si ascolta. Non è qualcosa di visivo e frontale, ma un fenomeno ricco e pieno di sfumature (e non quelle del Grey! Nota bene: il gioco di parole solo si da in italiano). E ovviamente non si deve cercare la sdolcineria leziosa, ma il desiderio. Invece, penso che la nostra quotidianità sia così imbevuta dalla visione erotica maschile che neppure ce ne accorgiamo. Infatti, quando vediamo un uomo attraente nudo o in una postura suggestiva sembra omosessuale. Quindi rivindico vivamente l'espressione dell'erotismo femminile!

Un'ultima frase per concludere: posso riuscire a capire il Grey perché, veramente, viene voglia di dare un paio di schiaffi alla tizia del romanzo. Zac!

dimecres, 4 de març del 2015

Fuetada a les 50 ombres

Tanco la finestra de l'ordinador malhumorada i intento pensar. Dit "intento" perquè en realitat no puc. El tema m'enrabia massa. Encara em ressonen als ulls frases del tipus "és tan guapo... No haurien d'existir homes tan guapos. Se'm cau la bava. Uau" (semicit.). No puc, no puc... Millor ho deixo i ja reflexionaré més endavant.
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Fa uns dies que dono voltes a un tema que m'amoïna, i penso que la propera celebració del Dia de la Dona és una excel·lent ocasió per posar-lo sobre la taula i reflexionar-hi. Es tracta del fenomen de Cinquanta ombres d'en Grey, novel·la eròtica d'E. L. James d'èxit aclaparador de la qual se n'acaba de fer la pel·lícula. Reconec que a mi la novel·la i la pel·lícula no m'interessen en absolut, però m'intrigava el fenomen com a manifestació exitosa de literatura eròtica destinada a dones. En realitat em creava cert malestar el que m'arribava de la novel·la, sobretot que s'hagués convertit en best-seller tractant-se d'una obra sobre dominació masculina i submissió femenina. Però preferia tenir criteri propi i vaig decidir començar a llegir-la...

... i confesso que no he pogut passar de la pàgina 69, xifra més eròtica que tot el que havia llegit fins el moment. Pot sonar pedant i prepotent, però el meu bon gust com a lectora m'ha impedit seguir llegint una novel·la d'una qualitat tan ínfima. Tinc molta feina, poc temps i bon gust.

Malgrat la temptativa fallida de lectura i deixant de banda el desencís (o, millor dit, cabreig) pel poc criteri literari del públic majoritari, vull manifestar el que penso de tot plegat. Em sembla esgarrifós que en ple segle XXI, en el nostre món occidental teòricament avançat, (post?)modern i "civilitzat", tantes dones s'hagin identificat amb la protagonista d'aquesta novel·la fins el punt de convertir-la en un èxit de vendes. No m'escandalitza en absolut el BDSM, el respecto i en sóc simpatitzant encara que no el comparteixi (els meus amics del facebook coneixen bé el meu personatge de la Zas, la que apareix a la imatge); i penso que tot és molt lícit en la intimitat dels llits (o poltres i fuets) i dins les fantasies de les pàgines escrites. En efecte, puc entendre que hi hagi gent a la que li agradi la dominació i el sotmetiment i pot molt bé inspirar obres literàries com ho ha fet des de fa segles. Però el que sí que m'escandalitza i fins i tot em preocupa seriosament és que la frustració sexual (i no només sexual) de tantes dones les hagin portat a sentir-se identificades amb un personatge que segueix un estereotipus femení tan conservador, denigrant i insuportablement cursi. Si la fantasia de milers de dones al món és la de sentir-se sotmesa per un malparit masclista confonent sexe amb afecte, desig amb amor, i amb la necessitat d'un edulcorat final feliç (versió sado i cutre del príncep blau dels contes de fades), crec que alguna cosa en tots aquests anys de lluita per l'emancipació de les dones ha fallat. I el més fotut és que la intenció de tot plegat era posar calentes les dones.

Crec que això posa de manifest que queda molta feina per fer i, sobretot, que no es pot permetre tornar enrere. No pretenc donar cap solució, però no crec que la via sigui lluitar per posar les dones al mateix lloc que els homes, sinó treballar en la realització d'individus, tant homes com dones, per tal de retrobar-nos mental i emocionalment amb la capacitat de reconèixer i acceptar les nostres semblances i diferències o, millor dit, complementarietats. És el que intento humilment cada dia... i sovint em sento a contracorrent.

I, evidentment, cal desenvolupar l'erotisme femení, diferent (complementari, enriquidor) als estereotipus masculins, acceptats i totalment generalitzats. Allò que posa calentes les dones no es mostra obscenament, sinó que se suggereix, s'olora, es toca, s'escolta. No és quelcom visual i frontal, sinó que és un fenomen ric i ple de matisos. I, per descomptat, no s'ha de buscar en la cursilada nyonya, sinó en el desig. En canvi, penso que la nostra quotidianitat està tan impregnada de la visió eròtica masculina que ni ens n'adonem. Tant és així que quan es veu un home atractiu nu o en posició suggerent sembla homosexual. Així doncs, reivindico l'expressió de l'erotisme femení ja.

Per acabar, unes últimes paraules: puc arribar a entendre al Grey perquè, certament, entren ganes de fotre un parell d'hòsties a la tipa de la novel·la. Zas!